Prima di tutto,
sii padrone del tuo corpo
e di tutti i suoi organi.
Poi tieni sotto controllo
la mente...

Allora l’armonia celeste
scenderà su di te
e in te resterà.
Sarai raggiante di vita.

Chuang Tzu, XXII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il medico Hua Tuo
(sec. 2° d.C.)

 

di Roberta Fabris

 

Corpo rilassato … mente quieta


FABRIS1

Rilassare significa allentare, distendere, diminuire la tensione fisica e psichica, alleggerire, quindi rendere meno rigido, meno severo. Ci si può rilassare con una doccia tepida, con un bagno caldo, per un massaggio bene eseguito da mani esperte, ascoltando una musica, assistendo ad un film, lasciandosi trasportare da una immaginazione piacevole oppure contemplando un rosso tramonto o un’alba bianca e fredda, guardando una persona che sorride, ascoltando una voce, seguendo un’onda, una nuvola o rotolando su un prato … Alcune attività privilegiano il rilassamento corporeo, altre la tranquillità della mente e spesso cerchiamo nel nostro tempo libero un recupero dalla fatica, un sollievo dal quotidiano stressante, una distrazione dal dolore sia fisico che emozionale o psicologico. La concentrazione su qualcosa che svolgiamo in quel preciso istante, sia questo la semplice lettura o scrittura, un impegno sportivo, un’occupazione artistica, permette infatti di scaricare le tensioni del corpo, quietare la mente, liberare il respiro.
Quanto più ci sentiamo coinvolti, “presi” dall’attività stessa, tanto più ne traiamo vantaggio: l’attenzione infatti permette alla mente un riposo dagli eccessi e una pausa dal lavorio incessante, quel cicaleccio interiore che pare non abbandonarci mai.
Queste attività tuttavia ci allontanano solo temporaneamente dai problemi. Per raggiungere una situazione più stabile di calma, equilibrio ed armonia, si ricorre sovente a pratiche come Yoga, Qi Gong, Tai Ji, Training Autogeno, che lavorano sull’intero organismo: metodi diversi per arrivare ad un’armonia che è anche equilibrio psicofisico, ad una calma che non è sonnolenza o fantasticheria, ma sguardo verso l’interno, ascolto di quel movimento ritmico che nasce dall’alternarsi di tensione e rilassamento, in cui ogni parte del corpo ritrova il ruolo che le è proprio e che le permette di compiere con piacere qualsiasi movimento.
Per tradurre in pratica questi concetti, è importante all’inizio di ogni nostro lavoro sul corpo ritrovare la respirazione naturale, evitando di trattenere il respiro o forzarlo. E’ preferibile limitarsi all’ascolto della respirazione: inspirare lentamente attraverso il naso, mantenendo il flusso d’aria regolare, accompagnare con il pensiero il flusso verso il centro ventre e quindi espirare lentamente.
L’inspirazione e l’espirazione sono sempre silenziose, lunghe e sottili. Le due fasi operano assieme in armonia e, senza sforzo, si trasformano l’una nell’altra. Il movimento del respiro risulta quindi fluido e circolare.
In un secondo momento, ci si può dedicare con sensibilità al lavoro sul corpo: allineamento, postura, percezione attenta, individuando ed intervenendo su eventuali blocchi e conseguenti compensazioni, che favoriscono contratture ed innescano un pericoloso circolo vizioso (se per rilassare tutto il corpo si sente il bisogno di contrarre i muscoli del collo, ad esempio, sarà su questi che si dovrà poi rivolgere l’attenzione).

Aiuta, in questo approccio di base, il metodo di rilassamento analitico di E. Jacobson, che consiste nell’avvertire le tensioni inutili al mantenimento del corpo in una certa postura e nel percepire le differenze tra i muscoli rilasciati e quelli attivi. Si tratta all’inizio di pura osservazione: riconoscere ed alternare volontariamente tensione e distensione, in una esplorazione sistematica del proprio corpo, fino a scoprire uno stato di “lasciar accadere”, senza interventi. E’ molto utile, in questa fase, ritrovare le risposte istintive, come lo sbadiglio e gli spontanei stiracchiamenti, che costituiscono negli animali e nei neonati una ginnastica equilibratrice naturale. Spesso l’adulto ha perso l’uso di questi meccanismi di regolazione e riappropriarsene è come riprendere contatto con una sorgente antica di benessere organico.

Dopo questo lavoro analitico e per evitare di forzare l’attenzione sulle singole parti, è opportuno riportare il proprio sguardo al corpo nel suo complesso, concentrandosi nuovamente sul respiro per imparare ad utilizzare la muscolatura addominale, così che essa possa sollevarsi ed abbassarsi con naturalezza, generando un’energia utile agli organi che sono trattenuti e circondati da tali muscoli.
Questo nuovo arricchimento energetico si riflette positivamente sulla circolazione sanguigna, che a sua volta favorisce la salute degli organi interni, mentre la respirazione si approfondisce ulteriormente e coinvolge i polmoni, rafforzandoli e purificandoli.
Si constata dunque che la percezione cosciente del centro del corpo contribuisce a mantenere la periferia, ovvero la mente, libera da eccessi inutili e ci si accorge di alcuni conseguenti benefici come il riscaldamento del ventre e il raffreddamento del viso: ventre caldo e testa fresca sono sempre stati considerati, dalla saggezza popolare, sintomi di buona salute e benessere.

In modo del tutto naturale si perviene così alla condizione che corrisponde allo stato di concentrazione passiva nella pratica occidentale del Training Autogeno del medico tedesco J. H. Schultz (Cfr. ep 13, p. 29) o, da un altro punto di vista, si giunge allo stato meditativo proprio delle pratiche orientali, Qi Gong e Tai Ji, che vedono come punti di attenzione fondamentali il centro ventre e l’armonia corpo, mente e spirito.
Con queste discipline, dall’iniziale lasciar accadere, in posizione statica, si approda al rilassamento consapevole in movimento, un rilassamento non passivo, ma cosciente e pronto a trasformarsi in azione: si avvertono e si comprendono i più piccoli mutamenti nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni, si studiano i gesti più efficaci con il minimo sforzo, si favorisce l’equilibrio e l’armonia delle parti: le singole tensioni si allentano, i riflessi migliorano, si scopre una nuova gratificante elasticità negli arti e la naturalezza del muoversi appropriato.

L’integrazione di corpo rilassato, mente quieta, spirito calmo, respirazione regolare, si realizza in modo ancor più completo dedicandosi al Qi Gong dei 5 Animali (Wu Qin Xi), basato sull’antico Daoyin e rielaborato dal medico cinese Hua Tuo: attraverso la distensione e la contrazione del corpo, con movenze agili, flessibili e spontanee, a imitazione della tigre, del cervo, dell’orso, della scimmia e della gru, si sviluppa una vera arte del movimento (Cfr. Ep 20, p. 26 ed Ep 24, p. 4).
Rafforzando la pratica, con stupore ci si accorge di poter sviluppare le proprie potenzialità, si scopre una nuova libertà espressiva e si sperimenta il gusto del divertimento.
Ne consegue che il Qi, l’energia vitale, è libero di scorrere, senza ristagni e senza ingorghi e la mente, in rapporto armonico con le varie parti del corpo, si quieta.


Per apprendere e praticare Qi Gong, Qi Gong Tai Ji, Qi Gong dei 5 Animali: incontri settimanali pomeridiani, palestra G. Cesare, via Cappuccina 68, Mestre.
Insegnante Roberta Fabris. E-mail: rofasto@libero.it.